Il nome di questa canzone è King Kong. È la storia di un gorilla molto grande che viveva nella giungla: stava bene finché alcuni americani arrivarono e pensarono di portarlo a casa loro. Lo portarono negli Stati Uniti e fecero dei soldi sfruttando il gorilla. Poi lo uccisero.
(Frank Zappa, Live Intro Plus King kong From Lumpy-Money Sessions)
Datemi due minuti e vi di dirò perché dovete comprare (è un suggerimento, per carità, anche se uso l’imperativo) Kong’s Revenge degli Inventionis Mater, che poi è il loro secondo disco zappiano ma prima, per chi non avesse letto nessuno dei miei post precedenti su di loro (tipo qui o qui ma anche qui) vi dico:
CHI SONO GLI INVENTIONIS MATER
Un duo di musicisti italiani (fiorentini) che hanno deciso di riscrivere e risuonare pezzi di Frank Zappa in “chiave classica” (che poi non vuol dire molto, lo so) con chitarra e clarinetto.
Ma, direte voi, Zappatisti della prima ora: come si può solo immaginare di riprodurre la complessità delle sovraincisioni, delle improvvisazioni, degli “scherzi” del vecchio Frank in “chiave classica” (qualunque cosa voglia dire)?
Ecco, esattamente così:
La ricchezza degli Inventionis Mater, il loro “valore aggiunto” come si direbbe se parlassimo “solo” di marketing del prodotto, è nell’adattamento delle complesse melodie zappiane e nella loro riproposizione a un nuovo pubblico che potrebbe anche (Scandalo!) non conoscere perfettamente le composizioni originali, se così si può dire.
Zappa non viene coverizzato insomma, ma “tradotto”.
Con Kong’s Revenge, poi, i due musicisti fanno, almeno secondo chi scrive, un ulteriore balzo in avanti.
Zappa/Kong: attenti al gorilla!
Il tutto parte dalla suite King Kong contenuta in Uncle Meat (1969) un lungo pezzo di free jazz ricco di improvvisazioni di tutti i componenti delle Mothers Of Invention che si sarebbero sciolte di lì a poco.
Ma chi è, invece, il King Kong dell’album degli Inventionis Mater?
Ma Zappa stesso, s’intende (Zappa come King Kong?!? Sì, certo…). Per diversi motivi:
- Zappa come la bestia gigante, selvaggia e anarchica da affrontare, addomesticare, “ridurre” e portare a nuovi pubblici,
- Zappa come King Kong troppo stretto e a disagio in qualsiasi cornice di genere lo si inserisca,
- Zappa che, come King Kong, alla fine rompe sempre le catene e si libera lasciando il pubblico stupito e sbigottito.
Zappa, si diceva, viene preso, spogliato e “riassunto” e proprio questo fa aumentare le sue dimensioni (Kong’s Dimension) in maniera spropositata, bestiale, mostruosa.
In Kong’s Revenge viene applicata quella analoga tecnica del “montaggio” (simile in tutto e per tutto al montaggio cinematografico –> Zappa come Ejzenstejn?!? Certo, perché no) con cui il musicista componeva assemblando strumenti, voci, suoni e ambienti diversi nel tempo e nello spazio.
Insomma, se nel primo disco (Does Humor Belong in Classical Music?) i due italiani (ma quanto mi piace scrivere che questi due musicisti sono italiani?) erano più “Mothers”, in questo secondo disco hanno aperto lo scrigno delle loro “Inventionis”:
prendono e mischiano pezzi, smontano e rimontano, citano, insomma: si divertono un sacco. E per capirlo basta ascoltare Catholic Girls o Rhyminh Man.
E in questo si rifanno alla divertita visionarietà ante litteram di Zappa in grado sempre, decennio dopo decennio, di ironizzare cinicamente sul presente come un Groucho Marx (Zappa come Groucho Marx?!? Ma certo…) e anticipare il futuro come un Precog di P.K. Dick (Zappa come un personaggio di Philip K Dick?!? Ma ovvio…).
Ensemble Mothers Inventionis
Quando Zappa, poco prima di morire, diresse l’Ensemble Modern, uno dei pezzi che più di tutti emozionò (al di là del titolo, of course) fu G-Spot Tornado.
In Jazz from Hell (1986) questo pezzo era stato composto e suonato su un synclavier, al computer insomma (ascoltare) e una idea fissa di Zappa durante tutta la sua prolifica carriera fu sempre quella di trovare musicisti-in-carne-e-ossa in grado di eseguire questi pezzi.
Ecco, quando l’orchestra sinfonica tedesca suonò G-Spot Tornado, e non sto qui ad annoiarvi sulla complessità dell’esecuzione, fu una grandissima emozione. Potete divertitivi a seguite la frase musicale che rimbalza come una pallina da uno strumento all’altro (ascoltare per credere, NB. il pezzo dura solo i primi 3 min, più o meno, il resto sono applausi…).
Alla fine del concerto, il vecchio Frank, malato, stanco ma sorridente, annuisce agli applausi.
Al termine del primo ascolto di Kong’s Revenge si ha la stessa consapevolezza sorniona e ci si ritrova in piena notte ad annuire sorridendo.
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Nel mio piccolo sono orgoglioso di aver preso parte al crowfounding e aver contribuito da fan, insieme ad altri Zappatisti, alla realizzazione di questo bel disco e pertanto lo promuovo con piacere.
Andrea e Pierpaolo (gli Inventionis, insomma) mi dicono che scrivendo a loro una mail qui inventionismater@gmail.com vi spediscono il CD con tanto di autografo, altrimenti potete sempre comprare CD o mp3 su CD Baby o Amazon.
Altrimenti qui e ora, potete trovarli su Spotify.
Ulteriori info e aggiornamenti sui concerti sul Facebook degli Inventionis Mater.
Arf Arf!