La stessa cosa succede nel mondo universitario. Quando gli studenti cominciano a seguire i miei corsi, molto spesso mi ritrovo a doverli ripulire delle abitudini per cui venivano premiati alle scuole superiori, molte delle quali hanno a che fare – soprattutto nella critica letteraria – con eccessive astrazioni, verbosità, sovracomplicazioni, eccessivo affidamento nel gergo della disciplina.
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Se fosse vivo oggi avrebbe compiuto 52 anni, da qui l’hashtag #DFW52.
Ecco, non è che sia proprio un fan di questi “What if” e ricorrenze ma, dato che è un’occasione buona per leggere qualcosa di nuovo su/di Wallace ben vengano anche gli auguri di un buon non-compleanno.
Gli amici dell’Archivio DFW Italia, anche questa volta, arrivano prima di tutti gli altri con una “chicca” che dedicano agli howling fantods italici (grazie!).
#DFW52: Quack This Way
la traduzione di un estratto da Quack This Way: David Foster Wallace & Bryan A. Garner Talk Language and Writing, appena pubblicato.
In questo estratto Wallace parla di lingua (e uso della), gerghi, costruzione di saggi argomentativi ma, soprattutto, di un tema molto importante come quello dell’emancipazione dal “virus” del linguaggio accademico (una riflessione valida, ovviamente, per qualsiasi contesto professionale).
Buona lettura
La traduzione completa è sull’Archivio DFW.
Il testo originale, invece, è qui.
Inutile ricordare che in Considera l’aragosta è presente il monumentale saggio su “Autorità e uso della lingua”, un’interessante riflessione su usi-e-costumi della lingua inglese, che venne pubblicata in origine sul Dictionary of Modern American Usage, a cura dello stesso Bryan A. Garner di cui sopra.