«Nove?», dissi come fosse una stupidaggine.
Giovanni fu convincente: «Leggi che c’è scritto» e scandì bene: «Revolution number nine. E noi la ascolteremo nove volte, poi invertiremo il disco e vedremo se ho ragione.»
PREMESSA PER I 9 AFFEZIONATI LETTORI DEL BLOG
Più di qualcuno, nel corso degli anni, mi ha chiesto: “Sì, ok, ma il blog perché si chiama così? Perché Revolutionine? Che vuol dire?”
FLASHBACK
Finita l’università iniziai a scrivere raccontini. Ne scrissi tanti. A un certo punto ne raccolsi 9 e intitolai la raccolta con il nome del primo: “Revolutionine“, a cui tenevo in particolar modo.
Se allora avessi dovuto scegliere una-sola-cosa-una da far leggere che rappresentasse il mio modo di vedere il mondo e la narrativa avrei scelto quel racconto, e tanto mi bastava.
Revolutionine è la storia di due ragazzini ossessionati dalla morte di Paul McCartney che passano l’estate del ’79 a studiare la discografia dei Beatles e a far girare la traccia “Revolution #9”, avanti e indietro, finché non accade qualcosa di irreparabile che cambierà le loro vite per sempre, più o meno.
La raccolta rimase inedita. Nel frattempo la mia vita era cambiata e, tra le altre cose, avevo aperto un blog e l’avevo chiamato, con un grande guizzo di creatività e fantasia – Revolutionine – in omaggio a quel primo racconto.
OGGI
Gli amici di Maddmaths!, con i quali in passato ho piacevolmente collaborato un paio di volte (dove con il verbo “collaborare” qui si intende: “scrivere piccoli racconti liberi su tematiche inerenti campi (fanta)scientifici, anche in senso molto lato”) qualche tempo fa mi avevano proposto di pubblicare un racconto per la loro nota rubrica Il Carnevale della Matematica di dicembre.
Il tema del “Carnevale” era il “Tempo” e avrei avuto massima libertà di espressione.
Quale migliore occasione per rispolverare e tirare a lucido il caro, vecchio, Revolutionine?
A rendere unica e irripetibile questa sua prima pubblicazione ufficiale, poi, ha contribuito in maniera decisiva l’amico Emanuele Rosso, arricchendo la storia con questa splendida illustrazione:
Il racconto, iniziava così:
«Anche la cassa destra verso il soffitto!», ordinò Giovanni.
«Sicuro?»
«Te l’ho detto, la punta del triangolo deve essere il lampadario.»Capita a tutti, almeno una volta, di avere il potere di cambiare gli eventi definitivamente. A me è successo il nove agosto del ’79, più o meno alle nove di sera, mentre ero seduto al buio ad ascoltare il White Album circondato da candele rosse. Perché vi dico questo? Perché lo so che anche voi avreste bisogno di una rivoluzione ma, di certo, non potete sapere che per ottenerla è sufficiente ascoltare nove volte consecutive la #9 dei Beatles e poi rigirarla.
E per leggerlo tutto è possibile cliccare sull’illustrazione di Emanuele o seguire il link e arrivare su Maddmaths!
Se interessa solo la splendida illustrazione a schermo interno, invece è possibile cliccare qui.
TITOLI DI CODA
Emanuele Rosso ha recentemente pubblicato una bella storia per Tunué che si chiama Passato, prossimo. Ha a che fare con i viaggi nel tempo, Clint Eastwood, Ritorno al Futuro e un sacco di altre cose che ossessionano entrambi ma non sto qui ad annoiarvi. Se volete intanto vedere altre illustrazioni di Emanuele fate un salto sul suo blog personale ché ne vale la pena.
Ringrazio gli amici di Maddmaths! per l’ospitalità e tutti quelli che stanno commentando e si stanno rimbalzando il racconto sui socialini.
E, infine, solo per i 19 affezionati di cui sopra:
se interessa, sempre su Maddmaths! è possibile leggere Viaggi nel tempo, istruzioni per l’uso e Il giorno in cui viaggiammo più veloci della luce (gli alieni parlarono in francese e ci dissero scemi).