Esce oggi, in questa data nient’affatto casuale, l’ultimo album del vecchio Bob.
Il 35esimo in studio: Tempest (ogni riferimento a Shakespeare eccetera eccetera).
Su iTunes, ancora per qualche giorno, è possibile ascoltarlo tutto in streaming.
Inutile dire qui che la voce roca e dissonante di Dylan riesce sempre a scuotere ed emozionare.
Che con le sue nostalgie musicali è talmente retrò (Modern Times), vintage (Together Through Life), out (Christmas in the Heart, solo per citare gli ultimi 3) da essere in anticipo.
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Breve parentesi aneddotica:
La storia di Bob Dylan che, nel ’65, al festival folk di Newport tira fuori la chitarra elettrica e tra lo stupore, i fischi e i “buu buu”, canta Like a Rolling Stone resta una delle performance più coraggiose, sorprendenti e rivoluzionarie della musica contemporanea, da tramandare come una piccola parabola laica.
Chiusa parentesi.
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Tornando a Tempest la canzone che, per ora mi ha più colpito è Duquesne Whistle. Per essere completamente onesti: il video di Duquesne Whistle.
Se ancora non avete visto il cortometraggio che fa da videoclip, il cinismo della storia raccontata vi farà prima ridere, poi sorridere e poi aprirà piano piano delle piccole crepe nel vostro stomaco.
Perché questo non è un paese per vecchi, ma nemmeno per giovani naïf.
Perché – accidenti – non esiste nessuna consolazione.
Tra l’altro l’ultima canzone dell’album, Roll on John, è dedicata a John Lennon.
Per feticisti:
- sul Bob Dylan official store si può ordinare Tempest in vinile, in vinile con un posterino. E un’armonica in FA.
Se interessa, Ansaldo, su Internazionale, ha scritto di Tempest in maniera molto più dettagliata.