Recentemente abbiamo ordinato con Raffa il nostro solito pacco-libri con l’aggiunta, per la prima volta, di qualche libro per bambini.
Siamo andati un po’ a intuito, un po’ a caso.
Abbiamo preso un libro di filastrocche con CD ché noi non ne conosciamo mica tante ma il libro – anche se coloratissimo – è più una compilation random di canzoncine atroci per bambini: dalla bella lavanderina che lava i fazzoletti a nenie tedesche che non sto qui a dirvi.
Comunque, se interessa: Musicantando, Canti e musiche per bambini, con CD Audio.
Sulla stessa linea, abbiamo preso:
- Ninnananna ninna-o, Nuovi libri coi buchi
- Marion billet: I Miei piccoli libri sonori: La giungla
Per quanto riguarda la narrativa abbiamo optato per:
- Il pinguino: leggi, gioca e muovi,
- Il porcello Dodo, libri a 4 zampe su cui ero particolarmente diffidente ma Raffa l’ha voluto a tutti i costi.
- Adesso si mangia! Il libro gatto
- Winnie the Pooh. Le meraviglie del bosco, preso nonostante il mio veto assoluto contro l’orsetto dai 1000 gadget acustici più antipatico della storia («Meglio Yoghi e Bubu guarda, meglio Baloo 10-100-1000 volte… anche l’abominevole uomo delle nevi guarda…»)
- Il mio primo carezzalibro
- Buona questa pappa! Magie di stoffa, di Chiara Balzarotti, edito da DeAgostini. Il suo preferito.
Funziona così:
si da il libro alla giovane lettrice con un livello di attenzione di 1 decimo di secondo che, ipnotizzata da forme, stoffe e colori cerca di afferrare, strappare e mangiare gli animali in rilievo e il relativo cibo a forma di segnalibro.
Ho pensato che in realtà sarebbe molto bello poter “assimilare” così anche i libri per adulti. Avere cioccolatini, caramelle e marshmallow nascosti tra le pagine dei romanzi non farebbe che aumentare il piacere della lettura.
Affinché il libro non sia solo nutrimento per la mente (sì sì, ok, certo…), ma anche nutrimento per il corpo.
DeAgostini, che ne dici, lo facciamo? Io lo comprerei sicuro.
Magari, per iniziare, anche solo una bustina di cioccolato in polvere nascosta nel risvolto di copertina.
O un leccalecca-segnalibro.
O una bella copertina rigida prima-edizione tutta in cioccolato fondente.
Cose così.
Mica male l’idea. Se il problema dell’editoria italiana sono i pochi lettori, e se gli italiani sono davvero (e lo sono) un popolo che pensa costantemente al cibo, tanto che quando non mangia comunque ne parla, credo che questa sarebbe la campagna di creazione di nuovi lettori più efficace della storia.