Gli scienziati chiamano questa malattia Bromidrosi
Ma noi gente normale
Che può indossare scarpe da tennis
Oppure di tanto in tanto degli stivali di pitone
Conosciamo questo mirabile piccolo inconveniente
Col nome di:
PIEDE PUZZOLENTE(Frank Zappa, Stink-foot, ultima canzone di Aphostrophe’, del ’74)
Ecco, già il fatto che sia riuscito a scrivere una canzone divertente sulla “bromidrosi” lo rende uno dei miei punti di riferimento letterari. In assoluto.
Ho letto praticamente tutto quanto è stato pubblicato in Italia su Zappa.
Il libro migliore, finora, è la monumentale biografia di Barry Miles (supera, secondo me, addirittura l’Autobiografia scritta da Zappa e Occhiogrosso).
PARENTESI SULL’AUTOBIOGRAFIA DI OCCHIOGROSSO
Qui trovate una serie di idee matte del vecchio Frank che vi permetteranno di comprendere la complessità intellettuale del personaggio:
(cito a memoria e in ordine sparso)
- dalla “Continuità concettuale” rintracciabile in tutto il suo lavoro
- all’ideazione di una nuova religione
- alla proposta, alla fine degli anni ’70, di una tecnologia che permettesse di ascoltare le canzoni dalla tv mentre si guardava la copertina del disco o le immagini scelte dall’autore. Ricorda qualcosa?
Accanto alla biografia di Miles, invece, metto questo, appena uscito, di Michele Pizzi:
C’è da dire subito che Michele Pizzi è stato coraggioso a voler tradurre e commentare le liriche di Frank Zappa e c’è da dire che, quello che poteva essere solo un libro per zappatisti appassionati si rivela, invece, una gustosissima raccolta di racconti, aneddoti e riferimenti tanto che se ne può consigliare la lettura anche a coloro che non avessero ancora dimestichezza con la sterminata produzione di Zappa (e allora? costa state aspettando? è ora di iniziare).
IL LUOGO COMUNE DEI TESTI DELLE CANZONI DI ZAPPA
è questo: “sono secondari.”
“I testi sono a livello submongoloide”, dirà con la sua solita diplomazia Zappa a proposito di Fountain of love una canzone-parodia delle love songs anni ’50.
Ma non è vero.
Affatto.
E la tecnica dello sproloquio, del sesso esplicito, dello slang volgare è solo un aspetto (e nemmeno il più importante) delle liriche di Zappa.
A proposito:
GENTILE MICHELE PIZZI
Ma come? C’è solo una canzone del vecchio Frank cantata in italiano (astenersi benpensanti) e lei non ne parla nel libro? (Ovvio, se si esclude Questi cazzi di piccione, strumentale, in The Yellow Shark)
COSE CHE HO IMPARATO DALLA LETTURA DI FZ FP
ZAPPA –> WALLACE
- che la “Continuità concettuale” di Zappa era una vera e propria ossessione e che, prima o poi, qualcuno dovrà tracciare le enormi “affinità ossessive” sul Controllo Totale che accomunano David Foster Wallace al compositore di Baltimora
- per non parlare degli “attraversamenti” e della padronanza di stili e forme e per il repentino cambio di registro nella narrazione come nell’esecuzione musicale.
- Si potrebbe partire evidenziando la comunione di intenti di due loro opere “giovanili”: Cruising With Ruben & The Jets e Verso Occidente l’impero dirige il suo corso.
ZAPPA –> ELIO
- che gli Elii, nel corso degli anni, si sono molto più che ispirati alle storie raccontate da Zappa. E che, ovviamente, hanno fatto benissimo.
FLAKES
- che “Flakes” vuol dire “Fiocchi” e si riferisce all’evanescenza degli idraulici che non arrivano mai e quando arrivano fanno sempre casini (se ascoltate tutta la canzone, oltre a contare gli innumerevoli cambi di ritmo, stile e citazioni – tra cui un Dylan stralunato – scoprirete anche cosa accade alla fine al water che il tizio avrebbe dovuto aggiustare…)
ZAPPA SUL CESSO
- che Zappa odiava quell’immagine pubblicata da un settimanale olandese che lo ritraeva sulla tazza del cesso.
ZAPPA –> PASOLINI
- che finalmente ho letto, ben argomentata, una cosa che avevo sempre pensato sin dal liceo ovvero a come l’uso del corpo e della volgarità come armi per combattere il Sistema, i Media e l’Autorità siano state utilizzate contemporaneamente, e in maniera assai simile sia da Zappa che da Pasolini.
- Anche qui, sulle analogie tra i due ci si potrebbe scrivere subito una tesi (come anche sui processi sostenuti da entrambi per difendere le loro opere da benpensanti cialtroni…).
ZAPPA –> LOUR REED
- che Lou Reed e Zappa, da giovani, si stavano sulle balle. Ma di brutto.
JOE’S GARAGE
- che del Garage di Joe, di ragazzine-groupie e ragazze cattoliche, di problemi con la legge causati dalla musica, di doloretti nel basso ventre quando si va in bagno a fare la pipì, di cyborg sessualmente appetibili e di immaginari e commoventi assoli per scandalizzare potrei leggere per ore e ore senza mai stancarmi…
- che – e ho finito, giuro – il finale di Joe’s Garage mi commuove sempre: lui, Joe, abbandonata la musica, si fa assumere da una fabbrica di muffin e passa la vita davanti al nastro trasportatore ad abbellire questi dolcetti tutti uguali con una “piccola rosetta verde”, il suo segno distintivo.
Per me nel mondo della musica classica ci sono stati forse solo due creatori di grandi melodie: Schubert e Čajkovskij.
Molti altri compositori hanno cercato di combinare ritmo e armonia per giungere a una melodia, ma essere un vero inventore di melodie è veramente difficile!
Frank, almeno di tanto in tanto, ci riusciva.
Andreas Molich-Zebhauser a Ben Watson (pag. 497)
[…] la bibbia di tutti gli zappatisti italiani: Frank Zappa for President di Michele […]