Sarà il periodo, saranno le piccole e grandi trasformazioni in atto ma Full of life di John Fante è stata la lettura giusta al momento giusto e Davide sa che lo ringrazierò per i prossimi 2-3 anni per il tempismo nel consigliarmela.
Vi scrivo l’incipit così capite subito com’è facile restare intrappolati nelle pagine del racconto di Fante. Sin dalla prima riga.
Era una casa grande perché eravamo gente con sogni grandiosi.
Ma andiamo avanti con la seconda frase:
Il primo era già lì [parla del primo dei “sogni grandiosi” ovviamente], una sporgenza all’altezza del suo punto vita, una cosa dai movimenti sinuosi, striscianti e contorti come un groviglio di serpi.
Nelle tranquille ore prima di mezzanotte appoggiavo il mio orecchio su quella zona e sentivo un gocciolio come da una sorgente, dei gorgoglii, dei risucchi e degli sciabordii.
Insomma un libro da leggere prima-durante-dopo essere diventati genitori.
Un romanzo scritto sessant’anni fa che riesce a parlare ai trentenni di oggi in maniera schietta e diretta delle stesse aspettative, ansie, gioie e preoccupazioni di quel momento incredibilmente surreale che è l’essere incinti (che, in maniera marginale, ma molto molto più razionale, riguarda anche noi maschietti…)
In ogni caso,
se non siete genitori e nemmeno avete intenzione di diventarlo, ecco un breve elenco di validissimi motivi che vi convinceranno comunque a leggere Full of life se già non l’avete fatto.
- I dialoghi di John Fante
Guardiamoci negli occhi: quante – dico – quante migliaia di volte abbiamo sostenuto dialoghi di questo tipo:
– Se dovessi morire, tu non potresti comunque sposare mia sorella.
– Non voglio sposare tua sorella.
– E’ molto carina. Ma non potrai mai averla. Mai. E’ la legge della chiesa.
– Ma io non sono interessato a tua sorella.
– Anche se lo fossi, non servirebbe a nulla.
– Non lo sono.
– E’ un’ottima legge. Molto saggia.
– Cosa ti fa pensare che morirai
– Non morirò. Ho detto, SE dovessi morire.
Procediamo ora con altre cosette interessanti della scrittura di Fante:
- La costruzione degli episodi e delle scene
Perfette, di una simmetria e di un equilibrio da lasciare senza fiato: tesi–antitesi-sintesi con colpo di scena finale. “Semine” e “raccolte” adatte per un corso di scrittura creativa.
- Le battute di John Fante
Sempre divertenti e deliziose (vedi dialogo esemplificativo di poco fa) come in una vecchia comedy di Billy Wilder.
- L’ipocondria di John Fante
La scena con lui-Fante che, in piena notte si precipita dal medico perché è convinto di aver sentito un feto con due teste e – ansia ansia ansia – è sicuro che sia una punizione divina per la sua precedente condotta di vita è uno dei momenti più spassosi del libro se anche voi siete assidui frequentatori delle sale di attesa del pronto soccorso e avete dimestichezza con frasi come «stia tranquillo, è psicosomatico».
- Le origini di John Fante
Italiane, of course.
Figlio di padre abruzzese trapiantato da un paesino del mezzogiorno nella California del sogno americano degli anni ’30. “Il miglior muratore della California” lo definisce il figlio. E infatti è proprio lui che chiama dopo il primo colpo di scena della storia, quando scopre che la splendida casa dei “sogni grandiosi” dell’incipit è infestata dalle termiti e che il parquet potrebbe sprofondare da un momento all’altro…
Non dico altro e vi evito pure il prossimo punto che sarebbe stato
- Le metafore di John Fante
ché tanto l’avevate già capito.
Se interessa c’è anche un film del ’56 – Full of life Piena di via – sceneggiato dallo stesso Fante e con Judy Holliday, Richard Conte e Salvatore Baccaloni nella parte del vecchio padre italiano. Ma non l’ho ancora visto.