Pier Paolo Zampieri, sta ultimando – su Ubitennis – una rassegna di post/saggi su David Foster Wallace iniziata qualche mese fa.
La sua chiave di lettura, naturalmente, include il rapporto privilegiato di DFW con il suo sport preferito che, tra l’altro, praticava padroneggiando “tecniche difensive” incredibilmente divertenti (cfr. Tennis, Tv, Trigonometria, Tornado…)
Ovviamente Pier Paolo ha tenuto alla fine Infinite Jest ovvero il “monolite”.
Se interessa, qui un piccolo estratto:
Nessun contemporaneo ha scritto una roba del genere a meno di trentacinque anni. Nessuno. 1434 pagine fittissime di meraviglia e stupore che esplodono e cortocircuitano ad ogni rigo. Anfetaminico, ipnotico, isterico e …infinito. Una specie di miracolo letterario fuso in uno spaventoso mostro narrativo. Il Monolite Nero della letteratura contemporanea.
Un gigante di dolorosa e irresistibile bellezza che divide il mondo letterario in due: chi lo ha letto e chi no. Insomma un vero e proprio oggetto di culto con un trascurabile però. Infinite Jest è quasi illeggibile.
(Pier Paolo Zampieri, Infinite Jest, la bellezza di Wallace)
Per leggere, invece, le precedenti puntate:
- Spazio Wallace Best Tennis Writer
- Il tennis e l’Uomo ad una dimensione (su Tennis, Tv, Trigonometria e Tornado)
- Un’esperienza quasi religiosa (Su Federer come esperienza religiosa of course, e
- Antropologia del presente (su Considera l’aragosta)
Buona lettura!