L’uomo nero è un romanzo di Luigi Sorrenti.
Luigi, che di mestiere fa l’ingegnere informatico a Roma, è un amico con cui di solito parlo di libri e dischi in vinile (prevalentemente dei Beatles).
Visto che qualche sera fa mi ha regalato il suo libro, ho pensato di fargli qualche domanda. Non prima di averlo leggermente confuso con della birra chiara doppio malto.
Buona visione (tanto dura poco).
Di che parla L’uomo nero?
Un misterioso e inafferrabile serial killer, soprannominato dalla stampa l’Uomo Nero, colpisce all’interno delle stazioni della metropolitana di Roma, seminando il panico fra la popolazione. Il primo delitto avviene la vigilia di Natale, l’ultimo la vigilia di Pasqua, nel mezzo tre mesi di assoluta follia in cui l’intera città sembra precipitare.
Fra organi d’informazione che gareggiano per arrivare per primi alla notizia e alimentare la psicosi collettiva, fra privati cittadini che decidono di farsi giustizia da soli, Roma ancora una volta nella sua storia si trova a rivivere l’eterno conflitto fra bene e male, fra lo splendore di una città millenaria e il miasma pestilenziale della barbarie umana, fra la sua grandezza e le sue secolari miserie. Sullo sfondo di una città dapprima attonita, poi in preda al panico, quindi rabbiosa e vendicativa, infine apatica e rassegnata, a portare avanti le difficili indagini è il commissario Gervasi, un uomo segnato dalla fine del suo matrimonio.
(L’uomo nero, Luigi Sorrenti)
