Per la tanto amata rubrica: “Io che esco, compro un LP e poi ne parlo qui” presentiamo:
“The Man Machine” dei Kraftwerk
Un disco del 1978.
Facevo le elementari quando li ho ascoltati per la prima volta, i Kraftwerk.
Non ci fu premeditazione: un pomeriggio ero affacciato al balcone e, da una vicina, si sentiva The Robots a tutto volume. Tutto qui.
Wir laden unsere Batterie
Jetzt sind wir voller EnergieWir sind die RoboterWir funktionieren automatik
Jetzt wollen wir tanzen mechanik(Die Roboter Kraftwerk)
Musica sintetica, metallica, industriale, poetica della tecnologia. Tutte cose che avrei apprezzato, con consapevolezza razionale, molti anni dopo.
Quel pomeriggio pensai solo che quella musica ossessiva assomigliava tanto al Commodore 64 quando caricava i giochi. Motivo di per sé sufficiente a rendermela affascinante.
Qualcuno ha definito i Kraftwerk “I nonni della tecno”, ma secondo me è riduttivo.
“Nonni Robot”, forse, sarebbe più corretto.
Una rarità: i Kraftwerk, a Rai 1, che cantano il loro atto d’amore alla calcolatrice, in italiano (tratto dal concept Computer World, del 1981):
“beep boop (pausa) brrriiiiiip”
In realtà: “Nei concerti in alcuni stati, i Kraftwerk propongono questo brano, oltre che in lingua inglese, anche nella lingua locale (tra cui anche l’italiano).” (fonte Wikipedia)
Kraftwerk: il sito ufficiale
Ciao
Penso che la grandezza di un qualsiasi artista, soprattutto musicale, sia da ricercarsi in due fattori:
– nell’eredità e nello stile che la sua opera tramanda ai posteri;
– nella capacità di percorrere e sviluppare linguaggi totalmente nuovi, innovativi nel senso VERO del termine.
Ecco, i Kraftwerk hanno centrato entrambi i punti.
Prendiamo, per esempio, tutta la migliore new wave degli anni ’80 e primi ’90, senza il contributo dei 4 “Robot” tedeschi cosa sarebbe stata? forse non sarebbe neanche nata. E tutto il calderone etichettato come musica elettronica? ( che ahimè contiene anche roba veramente becera).
Senza contare il fatto che accenni e “citazioni a piene mani” dai loro suoni e dal loro stile musicale sono presenti anche negli autori più contemporanei. Anche quelli considerati da tutti come dei mostri sacri, come Radiohead, Depeche Mode, Chemical Brothers etc…
esatto,
per non parlare dei Coldplay e della citazione/plagio (dipende dai punti di vista) di Computer love…