Tutti i 5 lettori affezionati di questo bloggetto sanno quanto ami la scrittura di Wallace e quanto mi piaccia seguire le chiacchiere degli howling fantods della lista Wallace-I. Senz’altro una delle fonti più attendibili, divertenti e stimolanti in materia.
Stamattina Roberto (thanks) mi ha segnalato questo spettacolare diagramma comparso proprio ieri sulla Wallace-I che finirà, almeno per un po’, attaccato al muro di fronte la mia scrivania.
Per visualizzarlo in tutto il suo splendore rizomatico potete seguite questo link.
Scorrere le connessioni tra gli innumerevoli intrecci narrativi (Joelle La Ragazza Più Bella Di Tutti i Tempi, Gli Assassini Sulle Sedie A Rotelle, Hal, Orin, Mario, Lui In Persona…) ha riattivato tutte le mie sinapsi
e
mi ha fatto tornare in mente bei ricordi delle settimane passate in compagnia di tutta questa gente
e
mi è venuta voglia di riaprire il libro e leggerne una pagina a caso così, tanto per riappropriarmene per qualche minuto perché in fondo lo sappiamo tutti, non c’è niente da fare: il Samiztad, l’Intrattenimento Infinito e letale che causa la dipendenza catatonica, non è altro che il libro stesso di Wallace.
Siedo in un ufficio, circondato da teste e corpi. La mia postura segue consciamente la forma della sedia. Sono in una stanza fredda nel reparto Amministrazione dell’Università, dei Remington sono appesi alle pareti rivestite di legno, i doppi vetri ci proteggono dal caldo novembrino e ci isolano dai rumori Amministrativi che vengono dall’area reception, dove poco fa siamo stati accolti io, lo zio Charles e il Sig. deLint. (Infinite Jest, inicipit)