Dopo aver passato un paio d’ore in un negozio che vendeva fantastiche Gibson e Stratocaster d’annata (ché a quel punto ti viene voglia di impararla a suonare veramente la chitarra), in un seminterrato polveroso e pieno di dischi del Village, sotto la lettera Z, ho trovato Absolutely Free. Il secondo LP di Zappa (del ’67). Roba da brividi dietro la nuca.
Inutile dire che ho impiegato circa tre secondi a raggiungere il tizio alla cassa.
Gli ho detto che ero uno “zappatista” ma lui o non ha capito o non gliene poteva fregare di meno.
«Good listerning. Enjoy.»
«Anche a te fratello!»
Il fatto è che ora non riesco a non pensare all’enorme quantità di dischi che NON ho acquistato in quel negozio e che mi sarei riportato a casa con piacere (trattasi di feticismo ma non solo, come facilmente si intuirà).
Eccone alcuni:
- Nick Drake: tutti (c’era anche pink moon maledizione!)
- Elliott Smith: tutti (mancava però Figure 8, quello con Elliott appoggiato al murales ondulato di Los Angeles)
- Clash: ho visto una decina di bootleg di cui nemmeno sospettavo l’esistenza…
- Ramones: non tutti, ovvio. Ma almeno quello dove c’era Judy is a punk…
- Jimi Hendrix: non parliamone proprio.
- Nick Drake: già detto?
Ok, mi fermo. Sto soffrendo troppo.