Ho comprato il doppio LP di Grease. Ben 24 tracce equamente distribuite in 4 facciate.
Un’apoteosi di giri-di-do, di quinte maggiori, coretti vintage del tipo ba-doo, ba-doo, sha-la-là, ye yè e via di seguito. Una mano santa (come ogni musical d’altra parte) contro depressioni, incazzature varie e mostri nello stomaco.
Dopo aver ascoltato una facciata già volevo aprire la finestra e ballare sul balcone incitando tutto il vicinato.
Grease ormai lo conosco a livello subconscio talmente bene che mi basta ascoltare una battuta e mentalmente ricostruisco non solo le scene del film ma anche i contesti in cui l’ho visto.
Nonostante ciò
avevo completamente dimenticato la presenza di Blue moon e delle chiappe-di-luna (come ho potuto?)
Una cosa però ha accumunato tutte le mie visioni di Grease sin da tenera età: la mia spiccata preferenza per Rizzo, la leader delle Pink Lady su tutte le altre compresa, ovviamente, Sandy.
Rizzo come archetipo di “bad girl” dal cuore d’oro.
Splendida, cinica e disillusa.
Rizzo-la-bruna in parrucca al pigiama party che prende in giro le bionde dive del cinema e la biondina puritana Sandy.
Rizzo in camicetta blu e libri sottobraccio che canta
Ci sono cose peggiori che potrei fare che andare con un ragazzo o con due.
Già.
Rizzo col rossetto e la gomma da masticare che ha capito tutto sin dalle prime scene.
Perché, che si sappia: quando le “brave” ragazze si innamorano dei tipi come Danny Zucco, è sempre a una come Rizzo che alla fine vogliono assomigliare. Ecco.