Il fatto: Philip Roth (sì, proprio lui) avrebbe rilasciato un’intervista a Libero durante la quale si sarebbe dichiarato insoddisfatto del presidente Barak Obama.
Leggiamone un estratto:
«Obama? Una grandissima delusione. Sono stato fra i primi a credere in lui, ad appoggiarlo, ma adesso devo confessare che mi è diventato perfino antipatico».
Philip Roth, forse il più illustre dei narratori americani d’oggi […] esprime con forza, per la prima volta, il suo giudizio fortemente negativo sull’attuale Presidente Usa.
Ci tiene a farlo subito, nella nostra conversazione telefonica.
Ci tiene a farlo subito, addirittura.
Niente male come scoop se non fosse che Il-Più-Illustre-Dei-Narratori-Americani proprio oggi dice di non aver mai rilasciato alcuna intervista a Libero. Figuriamoci.
Tutta la vicenda è ben ricostruita da Alberto Cane nel suo blog dove potete trovare anche il link all’intervista prontamente eliminata dal sito di Libero (ma di cui esisteva ancora la cache).
Siamo di fronte a un nuovo tipo di giornalismo “narrativo”?
L’intervista in realtà è un racconto di science fiction del genere “What if” male interpretato dallo stesso Philip Roth? oppure, semplicemente, Libero ha intervistato Philip-Roth-del-Kansan, un omonimo del grande scrittore che vota repubblicano?
Da appassionato del genere, propendo ovviamente per l’ipotesi del Giornalismo What if.