Ti complicherà la vita

DO WAH DIDDY DIDDY DUM DIDDY DO: HO TROVATO IL DISCO DI MY GIRL

D

Tra le ultime colonne sonore in vinile che ho acquistato c’è quella di My Girl, uno dei miei film-feticcio.

BREVE PARENTESI SUI FILM-FETICCIO

Per film feticcio si intendono quei film che involontariamente e, prevalentemente in maniera sub-cosciente, vanno a influenzare il nostro immaginario. Irrimediabilmente. Non sto parlando delle cose viste in età adulta ma di quelle storie che abbiamo incontrato da “piccoli” e con le quali (più o meno) inconsapevolmente continuiamo a misurarci per il resto della vita.

Piccoli archetipi narrativi generazionali.

I miei,  ad esempio, sono Ritorno al futuro, i Goonies, Stand by me, Ghostbusters, Corto circuito, i Blues Brothers, Navigator, Toto le heros – un eroe di fine millennio (forse Il mio film-feticcio) e Papà ho trovato un amico (ma ne sto dimenticando chissà quanti).

MY GIRL (1991)

My Girl è stato tradotto in italiano con Papà ho trovato un amico perché distribuito dopo l’uscita di Mamma ho perso l’aereo (ma attenzione, non siate prevenuti: Macaulay Culkin qui non è un ragazzino odioso che fa smorfie anzi… e poi i Mamma ho perso l’aereo non erano mica così male. Dico, avete dimenticato i numeri di Joe Pesci?)

E i “guai” della traduzione non finiscono con il titolo: Lei, Anna Chlumsky, prima apparizione cinematografica, nella versione originale si chiama Vada, in quella italiana si chiama Vera e, nel sequel, addirittura Leda. E vabbè.

La colonna sonora è molto simile a quella del Grande Freddo, e si capisce sin dal titolo del film My girl (dei Temptations) e, ovviamente, il motivo per cui sono felice di averla trovata non riguarda di certo il valore in sé del disco:

My Girl Soundtrack, Back, Diego Altobelli

My girl è la storia di un’amicizia sincera che è quasi-amore (si potrebbe definirla “proustiana”) tra due bambini che vanno in giro per soleggiate stradine residenziali indossando splendide converse colorate (sempre a proposito di feticci…).

Lei (Anna Chlumsky/Vada/Vera) vive insieme al papà che gestisce una ditta di pompe funebri (il papà è il meraviglioso blues brothers Dan Aykroyd, attore e sceneggiatore di pietre miliari come Ghostbusters e, appunto, Blues Brothers) e alla vecchia nonna. Non ha la mamma perché è morta dandola alla luce e forse è per questo che è un’incredibile ipocondriaca ossessionata dalla morte (spesso corre dal medico convinta di avere un osso di pollo in gola “che non va giù” e che prima o poi la strozzerà).

Lui (Macaulay Ho-Perso-L’Aereo Culkin/Thomas) è un delicato bambino con gli occhiali affetto da tutte le forme possibili e immaginabili di allergie più o meno psicosomatiche + madre iperprotettiva.

I due, fortemente affini, diventano migliori amici.

Nel frattempo Lei si innamora del Signor Bixler, il professore di poesia, tanto che vorrebbe sposarlo ma intanto sotto il gigantesco salice bacia l’occhialuto Thomas.

“Vera?” “Che c’è?” “Penseresti a me?” “Per cosa?” “Se non riuscissi a sposare il Signor Bixler?” “Perché no…”.

In realtà prima del climax finale (e del colpo di scena, quello forte), succedono molte altre cose che pregiudicano per sempre il rapporto tra i due e che portano Lei a crescere e a “risolvere” la sua ipocondria, ma non sarò certo io a dirvele perché se avete voglia di vedere Vera saltellare per strada cantando Do wah diddy diddy dum diddy do vi toccherà vederlo tutto il film e ridere, e piangere e poi di nuovo ridere.

Qui l'autore

diego altobelli

Ossessionato dai dualismi anima e corpo, reale e virtuale, ragione e volontà, obladì obladà. Quando non è distratto dalla vita aggiorna questo blog. Ogni tanto scrive sceneggiature e racconti.

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