Certe volte ci vuole poco per cambiare umore.
Magari ti svegli allegro ma c’è la nebbia, come oggi, e vorresti uscire in bici e girovagare a caso per la città profumata e ricca di colori autunnali tanto che avevi già preparato una playlist per l’ipod a base di Buddy Holly, Elvis, Mozart e cantanti-francesi-di-una-volta (ché le colonne sonore sono importanti in questi casi).
E ti viene anche in mente che la nebbia di cui sopra, che guardi scorrere dalla finestra della cucina, è lì per te. Una metafora? Pensieri cupi sul senso della vita-l’universo-e-tutto-quanto. Pochissima voglia di affrontare un nuovo, ennesimo lunedì e tutto quello che comporta. Perché le domeniche a volte sono così (e se nemmeno a Leopardi piacevano molto qualcosa vorrà pur dire…).
Che non riesci a toglierti dalla testa quel verso degli Smiths:
In my life, why do I give valuable time to people who don’t care if I live or I die? (nella vita perché do tempo prezioso a persone a cui non interessa se sono vivo o morto?)
Perché quando le cose non vanno esattamente come dovrebbero andare un po’ ti sembra che anche il cielo sa che sei un “miserabile”.
Ma poi ecco che lentamente la foschia si dirada e filtra qualche raggio di sole. E sembra che tutto possa cambiare da un momento all’altro. Tutta la giornata. Tutta la vita. E allora inizi a fischiettare un motivetto a base di accordi minori-maggiori di quelli che scacciano i demoni e ti fanno vedere le cose dalla giusta prospettiva e ti dici “non preoccuparti, vai avanti per la tua strada che è così che deve andare. Sì, è proprio così che deve andare”.
Ti siedi al pianoforte e canticchi Champs Elysées di Joe Dassin stonando un po’ ma chissene. Fuori non si capisce mica se il sole esce o no, ma a questo punto te ne fotti, prendi l’ipod ed esci lo stesso in bici.
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