Pomeriggio di mercatino e di acquisti vinilici. Stavolta ero in ritardo e ho cambiato bancarella di riferimento.
PREMESSA: venivo da un acquisto fatto il mese scorso di tutto rispetto: The Story of the Clash, Volume 1 (1988), un grandioso doppio album-raccolta che ho già ascoltato decine di volte ripassando tutti i motivi che, poco-meno-che-adolescente mi avevano portato a idolatrare Joe Strummer.
UNA CURIOSITA’: non esiste alcun Volume 2.
INSOMMA: mentre scorrevo i dischi ho visto Sandinista! (1980) un triplo ellepì dei Clash controverso e incredibilmente ricco di generi e “contaminazioni”. Un disco da avere assolutamente. L’album però aveva un prezzo elevato e visto che una trattativa era impossibile perchè avrebbe previsto un effettivo mio interessamento solo se l’Omino dei dischi avesse fatto la prima mossa dimezzandolo il prezzo, sono passato a vedere altro.
E così ho trovato Give ‘Em Enough Rope (1978), ovvero il secondo album dei Clash. C’è chi dice che sia un album di “transizione”, “minore”. Per me è comunque un gran bel disco. Esattamente come gli altri. Sin dalla magnifica cover molto pop-art con il soldato cinese (sulla sinistra) che guarda serio un cow-boy americano morto-stecchito con due condor che lo punzecchiano dietro la schiena.
UNA CURIOSITA’: Give em enough Rope è un modo di dire. Significa “lasciategli ancora un po’ di corda” e sottintende “per impiccarsi!“.
L’Omino dei dischi si è fatto molto più accondiscendente e alla mia proposta di “pacchetto” Clash + Talking Heads ha mostrato una notevole sensibilità proponendomi una cifra molto più abbordabile (a quanto pare Give ‘Em Enough Rope ha un prezzo decisamente più elastico rispetto a Sandinista!).
E quindi sono tornato a casa, ho messo il disco sul piatto, alzato il volume che mica i Clash si possono ascoltare a volume basso, e ho visto il disco iniziare a girare sempre più velocemente e la puntina scendere giù:
SOLO PER QUELLI CURIOSI DI SAPERE COSA HO PRESO DEI TALKING HEADS
Talking Heads (cioè, essenzialmente David Byrne) + Roxy Music (cioè, essenzialmente Brian Eno) + gli Smiths (cioè, essenzialmente Morrisey) sono i 3 motivi per cui quando qualcuno dice che negli Anni ’80 non c’era bella musica sta dicendo una grossa cretinata.
NONOSTANTE CIO’: Il disco che ho appena comprato dei Talking Heads, Naked (1988), famoso per essere “quello con la scimmia col fiore”, decisamente non è una delle loro cose più indimenticabili, ma va bene lo stesso.
Che tanto di cose di David Byrne continuiamo a sentirne recentemente di eccellenti come Everything That Happens Will Happen Today, l’album dell’anno scorso con Brian Eno che riprendeva il “discorso” del mitico My Life in the Bush of Ghosts (1981) sempre in coppia con Eno, ovvero quando si poteva utilizzare la parola “sperimentale” in campo musicale senza correre il rischio di essere fraintesi.