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LA RANA E LO SCORPIONE: “NON POSSO FARCI NIENTE, È LA MIA NATURA”

L

Prima puntata della sesta serie delle Gilmore Girls.

Rory da quando ha conosciuto Logan praticamente si è rincretinita. Passa le serate a bere birra con gli amici snob di Logan e addirittura si fa anche arrestare (avevano deciso, lei e Logan, di rubare uno yacht…). Lorelai non sa più come comportarsi. Credeva di aver cresciuto bene la figlia. E invece. Dove ha sbagliato come madre? S’intristisce. Il che, per una come Lorelai non è normale.

Luke (che è da un po’ che sta con Lorelai anzi, quasi quasi ha comprato casa per mettere su famiglia) saprebbe eccome come comportarsi. E noi siamo tutti con lui. Ma non fa niente e asseconda Lorelai nel suo laissez faire laissez passer.

Insomma per farla breve: Rory lascia Yale (Rory-la-rompina-voglio-fare-la-giornalista lascia Yale) e va a vivere dai ricchissimi nonni che le offrono aiuto: le regalano la depandance e le procurano un avvocato (per la storia dello yacht).

Nonostante ciò Rory viene condannata a prestare servizio civile (giusto). I nonni sono contenti lo stesso perché hanno la nipote in giro per casa.

Possibile che a nessuno venga in mente che è pura follia lasciare Yale? Sì, oltre a Lorelai e Luke (forza Luke!). Una stupenda scena madre è affidata a Paris amica/nemica/nemesi/sparring-partner scolastica di Rory.

Comunque, visto che madre e figlia non si parlano praticamente più, la nonna si offre come intermediaria per prendere alcuni effetti personali di Rory ancora a casa di Lorelai.

Lorelai, triste nonché umiliata nel suo duplice ruolo di figlia-che-ha-fatto-una-figlia-a-16 anni (e non ha nemmeno iniziato l’università) e madre-divertente che credeva di aver instaurato un rapporto “speciale” con sua figlia, irrompe in piena notte nella stanza da letto dei suoi genitori con un cesto di cianfrusaglie di Rory.

Lorelai chiede “perché” alla madre e la madre non capisce, allora Lorelai, con lacrime di rabbia, frustrazione e delusione che solo una madre/figlia può tirare fuori, le racconta la storia/parabola/aneddoto/storia zen della Rana e dello Scorpione:

La Rana e lo Scorpione

La faccio breve:

Lo Scorpione deve attraversare un torrente. L’acqua è alta. Chiede alla Rana di trasportarlo. La Rana risponde: “sei matto? mi pungeresti e io morirei” ma lo Scorpione risponde: “se ti pungo moriamo entrambi: io non so nuotare”.

La Rana si fida e lo fa salire. Inizia a nuotare. A metà del torrente sente un pizzico sulla schiena e prima di affogare si gira verso lo Scorpione: “Perché? Perché l’hai fatto?”. “Non posso farci niente: è la mia natura”, risponde lo Scorpione.

E, da quel momento, non sto facendo altro che pensare a tutti i film che ho visto in cui veniva citato questo aneddoto che alcuni pensano (erroneamente) derivi dai Greci (non è che ogni volta che sentiamo una storiella di animali vuol dire che l’abbia scritta Esopo, leggi più giù).

Comunque, per quanto mi riguarda, la prima volta che l’ho sentito era nella moglie del soldato:

Poi in Skin Deep di B. Edwards (che però non mi era piaciuto molto):

poi anche in Natural Born Killers di Oliver Stone (ma lì era uno sciamano che lo raccontava a modo suo e la Rana era diventata un Serpente…)

Chi l’ha raccontato la prima volta?

È molto probabile che tutto sia nato da Mr. Arkadin/Orson Welles (Rapporto Confidenziale) e da lì è poi entrato talmente nell’immaginario collettivo cinematografico (e televisivo) così profondamente da sembrare una storia popolare nonché “greca”.

In un certo senso il “falso storico” avrebbe fatto piacere a Welles.

Altre fonti

Su Wikipedia c’è una pagina intera dedicata alla storiella con centinaia di riferimenti che nemmeno conoscevo compresa un’omonima canzone degli 883. Pensa te.

Qui l'autore

diego altobelli

Ossessionato dai dualismi anima e corpo, reale e virtuale, ragione e volontà, obladì obladà. Quando non è distratto dalla vita aggiorna questo blog. Ogni tanto scrive sceneggiature e racconti.

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