Oriane Guermanetes, la dama del salotto più imitato di Parigi. Attenzione: si può rimanere soggiogati dal suo fascino.
La Principessa di Parma: nome evocativo ma poca sostanza. Tratta bene tutti dalla sua Altezza. È solo chiacchiere e snobismo evangelico.
I quadri di Elstir appesi alle pareti. Avete penato mesi per ottenere un’intercessione da Saint-Loup (il nipote di Oriane de Guermantes) per vederli.
Sì, ok, era una scusa, volevate vedere Mme Guermantes e guarda un po’, finché ne siete stato innamorato vi è stato negato il suo invito e ora che è tornata Albertine e siete interessato a ben altro (compresa l’amicizia con de Charlus, fratello del marito della contessa) ecco, ora vi ritrovate nel salotto di Oriane.
Oriane Guermantes. Le battute argute di Oriane ben raccontate dal marito (il duca). Il duca stravede per la moglie ma non è amore. Non si sono mai amati. Sono complici. Il duca frequenta donnine che poi, crudelmente, invita ai salotti della moglie e, a quel punto, vengono distrutte dallo “spirito Guermantes”.
Lo spirito Guermantes: essere originali, anticonformisti, dreyfuisti e anti-dreyfuisti. Essere provocatori a priori, andare dove non si è stati invitati, vestirsi in maniera “indecente”, innalzare giovani sconosciuti e abbassare famosi letterati così, solo per il gusto di destare scalpore. Comporre salotti come mosaici: ogni linea, ogni invitato, la sua funzione teatrale. Avere sempre a disposizione un colpo di scena. Essere spregiudicati. Essere Oriane Guermantes.
A pranzo dai Guermantes: le portate, i 12 fagiani, la bontà e crudeltà della duchessa con i camerieri.
Le chiacchiere letterarie al pranzo dei Guermantes: come si può mettere sullo stesso piano Auber e Beethoven?
Pettegolezzi su Charlus, il fratello del duca. Oriane dice che è “effeminato” ma il duca la rimprovera. De Charlus è virile. Eccome.
Sarà.
Palamède de Guermantes, detto “Memè”, barone di Charlus, duca di Brabante, principe di Carency, principe di Dunes etc. etc. etc.
A pranzo da Guermantes il duca dimostra come, a un certo livello, tutti sono cugini di tutti.
La duchessa di Parma e Oriane parlano di “matrimoni di fiori” riferendosi anche a Swann e Odette. Chissà cosa vogliono insinuare…
Dopo 158 pagine e due settimane (tanto è durato il mio pranzo dai Guermantes) uno si vorrebbe pure alzare e andare via ma non si può.
Nemmeno se si ha un appuntamento con Charlus fissato da settimane. Questione di forma. Questione di etichetta. Se c’è una Altezza Reale in un salotto non ci si può alzare e andare via prima di lei.
E quindi si ricomincia a parlare di letteratura, quadri, pettegolezzi. Nel frattempo arriva qualcun altro e Oriane Guermantes lancia la sua ennesima provocazione. La sua ennesima battuta…
La duchessa di Parma si alza. Tutti la seguono. Il pranzo è finito. Fuori nevica. Parigi è bellissima. Ma siamo in ritardo. Charlus ci aspetta a pag. 658.
Quando le ore si fasciano di discorsi, non possiamo più misurarle, anzi neppur vederle: svaniscono, e d’un tratto il tempo veloce e così giocato ci ricompare davanti a gran distanza dal punto in cui l’avevamo lasciato. Mentre, se siamo soli, la preoccupazione, riportandoci innanzi quel momento ancora lontano e continuamente aspettato con la frequenza e l’uniformità d’un tic-tac, suddivide, anzi moltiplica le ore per tutti quei minuti che, fra amici, non avremmo contati.
(Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto – I Guermantes)
